“Al di là delle idee di ciò che è giusto fare e ciò che è sbagliato
c’è un campo. Ti incontrerò lì.”
Rumi
Sono giorni, ma che dico, forse è una vita che rifletto su questo argomento. Negli ultimi giorni alcuni eventi hanno fatto sì che mi ci concentrassi più del solito.
Cosa è giusto… cosa è sbagliato? Da quando ho conosciuto e iniziato a studiare la PNL – programmazione Neuro-Linguistica ho imparato che ognuno ha la sua mappa, che ognuno in base a quello che vede, sente… la racconta a se stesso e agli altri. Ed è proprio così. Quando due persone discutono, ascolti la versione di uno e in fondo, dal suo punto di vista ha ragione. Poi ascolti l’altro e, anche lui, dal suo punto di vista, ha ragione. E non c’è proprio niente di strano in questo.
Francois De La Rochefoucauld diceva “Le liti non durerebbero mai a lungo, se il torto fosse da una parte sola.” Per questo esiste la negoziazione, e io nel mio lavoro di Coach aiuto le persone anche nella gestione dei conflitti. E il segreto è sempre lo stesso: alzare il livello del terreno della contesa e trovare uno spazio, un tempo, un terreno comune dove incontrarsi.
Quando penso una cosa, e penso sia giusta, funzionale ed efficace, mi aspetto che le persone intorno a me condividano lo stesso entusiasmo, la stessa visione e agiscano e reagiscano con lo stesso mio grado di energia, di tempismo. Solo che poi mi rendo conto, un secondo dopo, che il mio passaggio tra il pensare e agire è stato rapido, forse troppo per l’altro o, quantomeno, non condiviso.
Mi torna in mente l’immagine di quando ero giovane, studentessa universitaria o ai primi passi nel mondo del lavoro, quando ricevevo degli input che in quel momento non coincidevano con i miei, con le mie priorità… con le cose su cui mi stavo concentrando in quel momento. Io, in effetti, testarda fin da piccola, andavo dritta per la mia strada… e tutto sommato non sono cambiata tanto!
E allora, oggi, quando mi trovo in situazioni simili, in qualche caso magari nel ruolo di chi ora li dà gli input, ai figli, ai clienti, ad un amico… io ho la mia mappa, i miei tempi di reazione, le mie motivazioni. E loro hanno le loro. Mi rendo conto che funziona solo quando io stessa cerco quello spazio e quel terreno comune, quando c’è quello sguardo e quell’ascolto all’altro, uscendo dal mio terreno, quello in cui mi muovo di certo più comodamente. La strategia ha qualcosa in comune con quella che già mi torna utile in altre occasioni: fermarmi… contare fino a 10… chiedermi qual è la mia parte sulla quale posso correggere il tiro… Cosa sto facendo per cui non sto andando al passo con l’altro… Questo mi dà almeno la possibilità di cambiare strategia… il risultato non è garantito ma sempre, almeno, cambia la mia energia e di conseguenza l’energia che arriva all’altro. Cambia che posso dire ogni volta di aver imparato qualcosa… su di me e sull’altro.
Quindi? Cosa è giusto? Cosa è sbagliato? Né l’uno né l’altro…
Tra giusto e sbagliato… c’è un mondo tutto da scoprire, da costruire e da condividere. Incontriamoci là.
Grazie!
Emanuela